26/01/2015
Lettre du Cardinal Ratzinger aux évêques des États-Unis d'Amérique sur les dispositions nécessaires pour recevoir la Sainte Communion (juin 2004)
Worthiness to Receive Holy Communion. General Principles
Cardinal Joseph Ratzinger
1. Presenting oneself to receive Holy Communion should be a conscious decision, based on a reasoned judgement regarding one’s worthiness to do so, according to the Church’s objective criteria, asking such questions as: "Am I in full communion with the Catholic Church? Am I guilty of grave sin? Have I incurred a penalty (e.g. excommunication, interdict) that forbids me to receive Holy Communion? Have I prepared myself by fasting for at least an hour?" The practice of indiscriminately presenting oneself to receive Holy Communion, merely as a consequence of being present at Mass, is an abuse that must be corrected (cf. Instruction "Redemptionis Sacramentum," nos. 81, 83).
2. The Church teaches that abortion or euthanasia is a grave sin. The Encyclical Letter Evangelium vitae, with reference to judicial decisions or civil laws that authorise or promote abortion or euthanasia, states that there is a "grave and clear obligation to oppose them by conscientious objection. [...] In the case of an intrinsically unjust law, such as a law permitting abortion or euthanasia, it is therefore never licit to obey it, or to ‘take part in a propoganda campaign in favour of such a law or vote for it’" (no. 73). Christians have a "grave obligation of conscience not to cooperate formally in practices which, even if permitted by civil legislation, are contrary to God’s law. Indeed, from the moral standpoint, it is never licit to cooperate formally in evil. [...] This cooperation can never be justified either by invoking respect for the freedom of others or by appealing to the fact that civil law permits it or requires it" (no. 74).
3. Not all moral issues have the same moral weight as abortion and euthanasia. For example, if a Catholic were to be at odds with the Holy Father on the application of capital punishment or on the decision to wage war, he would not for that reason be considered unworthy to present himself to receive Holy Communion. While the Church exhorts civil authorities to seek peace, not war, and to exercise discretion and mercy in imposing punishment on criminals, it may still be permissible to take up arms to repel an aggressor or to have recourse to capital punishment. There may be a legitimate diversity of opinion even among Catholics about waging war and applying the death penalty, but not however with regard to abortion and euthanasia.
4. Apart from an individuals’s judgement about his worthiness to present himself to receive the Holy Eucharist, the minister of Holy Communion may find himself in the situation where he must refuse to distribute Holy Communion to someone, such as in cases of a declared excommunication, a declared interdict, or an obstinate persistence in manifest grave sin (cf. can. 915).
5. Regarding the grave sin of abortion or euthanasia, when a person’s formal cooperation becomes manifest (understood, in the case of a Catholic politician, as his consistently campaigning and voting for permissive abortion and euthanasia laws), his Pastor should meet with him, instructing him about the Church’s teaching, informing him that he is not to present himself for Holy Communion until he brings to an end the objective situation of sin, and warning him that he will otherwise be denied the Eucharist.
6. When "these precautionary measures have not had their effect or in which they were not possible," and the person in question, with obstinate persistence, still presents himself to receive the Holy Eucharist, "the minister of Holy Communion must refuse to distribute it" (cf. Pontifical Council for Legislative Texts Declaration "Holy Communion and Divorced, Civilly Remarried Catholics" [2000], nos. 3-4). This decision, properly speaking, is not a sanction or a penalty. Nor is the minister of Holy Communion passing judgement on the person’s subjective guilt, but rather is reacting to the person’s public unworthiness to receive Holy Communion due to an objective situation of sin.
[N.B. A Catholic would be guilty of formal cooperation in evil, and so unworthy to present himself for Holy Communion, if he were to deliberately vote for a candidate precisely because of the candidate’s permissive stand on abortion and/or euthanasia. When a Catholic does not share a candidate’s stand in favour of abortion and/or euthanasia, but votes for that candidate for other reasons, it is considered remote material cooperation, which can be permitted in the presence of proportionate reasons.]
(EWTN/LifeSiteNews/ChiesaEspresso)
Essere degni di ricevere la santa comunione. Principi generali
Cardinale Joseph Ratzinger
1. Presentarsi a ricevere la santa comunione dovrebbe essere una decisione consapevole, fondata su un giudizio ragionato riguardante il proprio essere degni a farla, secondo i criteri oggettivi della Chiesa, ponendo domande del tipo: "Sono in piena comunione con la Chiesa cattolica? Sono colpevole di peccato grave? Sono incorso in pene (ad esempio scomunica, interdetto) che mi proibiscono di ricevere la santa comunione? Mi sono preparato digiunando almeno da un ora?". La pratica di presentarsi indiscriminatamente a ricevere la santa comunione, semplicemente come conseguenza dell'essere presente alla messa, è un abuso che deve essere corretto (cf. l'istruzione "Redemptionis Sacramentum", nn. 81, 83).
2. La Chiesa insegna che l¿aborto o l¿eutanasia è un peccato grave. La lettera enciclica "Evangelium Vitae", con riferimento a decisioni giudiziarie o a leggi civili che autorizzano o promuovono l¿aborto o l¿eutanasia, stabilisce che c¿è un "grave e preciso obbligo di opporsi ad esse mediante obiezione di coscienza. [...] Nel caso di una legge intrinsecamente ingiusta, come è quella che ammette l¿aborto o l¿eutanasia, non è mai lecito conformarsi ad essa, 'né partecipare ad una campagna di opinione in favore di una legge siffatta, né dare ad essa il suffragio del proprio voto'" (n. 73). I cristiani "sono chiamati, per un grave dovere di coscienza, a non prestare la loro collaborazione formale a quelle pratiche che, pur ammesse dalla legislazione civile, sono in contrasto con la legge di Dio. Infatti, dal punto di vista morale, non è mai lecito cooperare formalmente al male. [...] Questa cooperazione non può mai essere giustificata né invocando il rispetto della libertà altrui, né facendo leva sul fatto che la legge civile la prevede e la richiede" (n. 74).
3. Non tutte le questioni morali hanno lo stesso peso morale dell¿aborto e dell¿eutanasia. Per esempio, se un cattolico fosse in disaccordo col Santo Padre sull¿applicazione della pena capitale o sulla decisione di fare una guerra, egli non sarebbe da considerarsi per questa ragione indegno di presentarsi a ricevere la santa comunione. Mentre la Chiesa esorta le autorità civili a perseguire la pace, non la guerra, e ad esercitare discrezione e misericordia nell'applicare una pena a criminali, può tuttavia essere consentito prendere le armi per respingere un aggressore, o fare ricorso alla pena capitale. Ci può essere una legittima diversità di opinione anche tra i cattolici sul fare la guerra e sull¿applicare la pena di morte, non però in alcun modo riguardo all'aborto e all'eutanasia.
4. A parte il giudizio di ciascuno sulla propria dignità a presentarsi a ricevere la santa eucaristia, il ministro della santa comunione può trovarsi nella situazione in cui deve rifiutare di distribuire la santa comunione a qualcuno, come nei casi di scomunica dichiarata, di interdetto dichiarato, o di persistenza ostinata in un peccato grave manifesto (cf. can. 915).
5. Riguardo al peccato grave dell¿aborto o dell¿eutanasia, quando la formale cooperazione di una persona diventa manifesta (da intendersi, nel caso di un politico cattolico, il suo far sistematica campagna e il votare per leggi permissive sull'aborto e l'eutanasia), il suo pastore dovrebbe incontrarlo, istruirlo sull¿insegnamento della Chiesa, informarlo che non si deve presentare per la santa comunione fino a che non avrà posto termine all'oggettiva situazione di peccato, e avvertirlo che altrimenti gli sarà negata l'eucaristia.
6. Qualora "queste misure preventive non avessero avuto il loro effetto o non fossero state possibili", e la persona in questione, con persistenza ostinata, si presentasse comunque a ricevere la santa eucaristia, "il ministro della santa comunione deve rifiutare di distribuirla" (cf. la dichiarazione del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, "Santa comunione e cattolici divorziati e risposati civilmente", 2000, nn. 3-4). Questa decisione, propriamente parlando, non è una sanzione o una pena. Né il ministro della santa comunione formula un giudizio sulla colpa soggettiva della persona; piuttosto egli reagisce alla pubblica indegnità di quella persona a ricevere la santa comunione, dovuta a un'oggettiva situazione di peccato.
[N.B. Un cattolico sarebbe colpevole di formale cooperazione al male, e quindi indegno di presentarsi per la santa comunione, se egli deliberatamente votasse per un candidato precisamente a motivo delle posizioni permissive del candidato sull¿aborto e/o sull'eutanasia. Quando un cattolico non condivide la posizione di un candidato a favore dell'aborto e/o dell'eutanasia, ma vota per quel candidato per altre ragioni, questa è considerata una cooperazione materiale remota, che può essere permessa in presenza di ragioni proporzionate.]
16:51 Publié dans Pape, Religion | Tags : synode sur la famille, accès à la communion | Lien permanent | Commentaires (0)
Mgr Cupich (Chicago): la Communion pour les militants pro-avortement et homosexualistes ?
> Regarder la vidéo complète de l'émission "Face the nation" (l'extrait concerné se trouve à 38min 20s)
> Mgr Cupich sur la Communion pour les militants homosexualistes
During an appearance on the television news show Face the Nation, Archbishop Blase Cupich of Chicago appeared to say that he would allow the reception of Holy Communion by pro-abortion politicians. However the archbishop's words left his message uncertain.
Asked, “You haven't been particularly confrontational with politicians who disagree with you on issues like abortion, for instance. Do you think the Eucharist has become too politicized?”, he replied:
Well, I think that is important always to begin with an attitude of dialogue. It's important to listen to people and it's very hard to have dialogue because in order for someone to tell you why they think you are wrong, you have to sit in patience to allow that to happen. The community -- as I say, cannot be the place where those discussions are fought, but rather we have to look at how we're going to deal with the tough issues of the day in a constructive way and as adults who respect each other.
The prelate was then asked, “So, when you say we cannot politicize the Communion rail, you would give Communion to politicians, for instance, who support abortion rights?” He replied:
I would not use the Eucharist or as they call it the Communion rail as the place to have those discussions or way in which people would be either excluded from the life of the Church. The Eucharist is an opportunity of grace and conversion. It's also a time of forgiveness of sins. So my hope would be that that grace would be instrumental in bringing people to the truth.
(Catholic Culture/LifeSiteNews)
La réponse du Cardinal Francis Arinze, Préfet de la Congrégation pour le Culte Divin pendant les pontificats de Jean-Paul II et Benoît XVI, à l'argumentation avancée par Mgr Blase Cupich
La réponse de Mgr Cordileone, Archevêque de San Francisco depuis 2012, à l'argumentation avancée par Mgr Cupich
Une réponse plus ancienne du Cardinal Arinze
16:01 Publié dans Personnalités, Religion, Respect de la vie humaine, Sécularisation et rechristianisation | Lien permanent | Commentaires (0)
19/01/2015
Le pape François aux jeunes du Sri Lanka : "Ne cédez pas aux tentations contre la bonté, la sainteté, le courage et la pureté !"
VOYAGE APOSTOLIQUE DU PAPE FRANÇOIS
AU SRI LANKA ET AUX PHILIPPINES
(12-19 JANVIER 2015)
RENCONTRE AVEC LES JEUNES
DISCOURS DU SAINT-PÈRE
Terrain de sport de l’Université Santo Tomas à Manille
Dimanche 18 janvier 2015
Chers jeunes amis,
C’est une joie pour moi d’être aujourd’hui avec vous. Je salue cordialement chacun de vous et je remercie tous ceux qui ont rendu possible cette rencontre. Au cours de ma visite aux Philippines, j’ai particulièrement voulu avoir une rencontre avec vous, les jeunes, pour vous écouter et pour parler avec vous. Je désire exprimer l’amour et l’espérance que l’Église a pour vous. Et je veux vous encourager, comme citoyens chrétiens de ce pays, à vous offrir avec enthousiasme et avec honnêteté au grand travail de renouvellement de votre société et de contribution à construire un monde meilleur.
Je remercie spécialement les jeunes qui m’ont adressé des paroles de bienvenue. Ils ont exprimé de façon éloquente, en votre nom, vos préoccupations et vos inquiétudes, votre foi et vos espérances. Ils ont parlé des difficultés et des attentes des jeunes. Bien que je ne puisse pas répondre à chacun de ces questionnements de façon exhaustive, je sais que, avec vos Pasteurs et entre vous, vous les considérerez attentivement à l’aide de la prière et que vous ferez des propositions concrètes d’action.
Aujourd’hui, je voudrais suggérer trois domaines-clés où vous avez une contribution significative à offrir à la vie de votre pays. Le premier est le défi de l’intégrité. Le terme “défi” peut être entendu de deux manières. D’abord, il peut être compris de façon négative, comme une tentative d’agir contre vos convictions morales, contre tout ce que vous savez être vrai, bon et juste. Notre intégrité peut être défiée par des intérêts égoïstes, par l’avidité, par la malhonnêteté, ou par l’intention d’instrumentaliser les autres.
Mais l’expression “défi” peut aussi être comprise dans un sens positif. Elle peut être vue comme une invitation à être courageux, à donner un témoignage prophétique de sa foi et de tout ce qui est tenu pour sacré. En ce sens, le défi de l’intégrité est quelque chose à quoi, en ce moment et dans vos vies, il est nécessaire de se confronter. Il ne s’agit pas de quelque chose que vous pouvez renvoyer au temps où vous serez plus âgés, où vous aurez de plus grandes responsabilités. Dès maintenant aussi, vous avez à relever le défi d’agir avec honnêteté et correction dans vos relations avec les autres, qu’ils soient jeunes ou âgés. Ne fuyez pas ce défi ! Un des plus grands défis que les jeunes ont devant eux est celui d’apprendre à aimer. Aimer signifie prendre un risque : le risque du refus, le risque d’être utilisé, ou pire d’utiliser l’autre. N’ayez pas peur d’aimer ! Mais, aussi en aimant, préservez votre intégrité ! En cela aussi, soyez honnêtes et loyaux !
Dans la lecture que nous venons d’entendre, Paul dit à Timothée : « Que personne n’ait lieu de te mépriser parce que tu es jeune ; au contraire, sois pour les croyants un modèle par ta parole et ta conduite, par ta charité, ta foi et ta pureté » (1 Tm 4, 12).
Vous êtes donc appelés à donner un bon exemple, exemple d’intégrité. Naturellement, en le faisant, vous devrez affronter des oppositions et des critiques, le découragement et même le ridicule. Mais vous avez reçu un don qui vous permet de dépasser ces difficultés. C’est le don de l’Esprit Saint. Si vous nourrissez ce don par la prière quotidienne et puisez la force dans la participation à l’Eucharistie, vous serez en mesure d’atteindre cette grandeur morale à laquelle Jésus vous appelle. Vous deviendrez aussi une boussole pour vos amis qui sont en recherche. Je pense spécialement à ces jeunes qui ont la tentation de perdre l’espérance, d’abandonner leur idéaux élevés, de quitter l’école ou de vivre au jour le jour dans les rues.
Il est donc essentiel de ne pas perdre votre intégrité ! Ne compromettez pas vos idéaux ! Ne cédez pas aux tentations contre la bonté, la sainteté, le courage et la pureté ! Relevez le défi ! Avec le Christ, vous serez – vraiment vous l’êtes déjà – des artisans d’une culture philippine renouvelée et plus juste.
Un autre domaine où vous êtes appelés à donner votre contribution est celui de montrer de la préoccupation pour l’environnement. Ce n’est pas seulement parce que votre pays, plus que d’autres, risque d’être sérieusement touché par le changement climatique. Vous êtes appelés à prendre soin de la création, non seulement comme des citoyens responsables, mais aussi comme disciples du Christ ! Le respect de l’environnement signifie davantage que de simplement utiliser des produits propres ou de recycler ce que nous utilisons. Ce sont des aspects importants, mais non suffisants. Nous avons besoin de voir, avec les yeux de la foi, la beauté du plan de salut de Dieu, le lien entre l’environnement naturel et la dignité de la personne humaine. L’homme et la femme sont créés à l’image et à la ressemblance de Dieu et la maîtrise de la création leur a été confiée (cf. Gn 1, 26-28). Comme administrateurs de la création de Dieu, nous sommes appelés à faire de la terre un beau jardin pour la famille humaine. Lorsque nous détruisons nos forêts, lorsque nous dévastons le sol et polluons les mers, nous trahissons ce noble appel !
Il y a trois mois, vos Évêques ont affronté ces thèmes dans une Lettre pastorale prophétique. Ils ont demandé à chacun de réfléchir sur la dimension morale de nos activités et de nos styles de vie, de notre consommation et de l’usage que nous faisons des ressources naturelles. Aujourd’hui, je vous demande de le faire, dans le contexte de vos vies et de votre engagement pour la construction du Royaume du Christ. Chers jeunes, l’usage juste et la gestion correcte des ressources naturelles est une tâche urgente et vous avez une contribution importante à offrir. Vous êtes l’avenir des Philippines. Soyez vivement intéressés à tout ce qui arrive à votre si belle terre !
Un dernier domaine où vous pouvez offrir une contribution vous est particulièrement cher à tous. C’est le soin des pauvres. Nous sommes chrétiens, membres de la famille de Dieu. Chacun de nous, et peu importe si individuellement nous avons beaucoup ou peu, est appelé à tendre la main personnellement et à servir nos frères et nos sœurs dans le besoin. Il y a toujours quelqu’un proche de nous qui a des besoins matériels, psychologiques, spirituels. Le plus grand don que nous puissions leur faire est notre amitié, notre préoccupation, notre tendresse, notre amour pour Jésus. Le recevoir signifie tout avoir; Le donner signifie offrir le don le plus grand de tous.
Beaucoup d’entre vous savent ce que signifie être pauvres. Mais beaucoup d’entre vous ont aussi fait l’expérience de quelque chose du bonheur que Jésus à promis aux “pauvres en esprit” (cf. Mt 5, 3). Je voudrais dire ici une parole d’encouragement et de gratitude à ceux d’entre vous qui ont choisi de suivre notre Seigneur dans sa pauvreté, par la vocation au sacerdoce et à la vie religieuse; en puisant à cette pauvreté, vous vous enrichirez beaucoup. Mais à vous tous, spécialement à ceux qui peuvent faire et donner davantage, je demande : s’il vous plaît, faites davantage ! S’il vous plaît, donnez plus ! Lorsque vous donnez de votre temps, de vos talents et de vos ressources à beaucoup de personnes nécessiteuses qui vivent aux marges, vous faites une différence. C’est une différence qui est si désespérément nécessaire, et pour laquelle vous serez largement récompensés par le Seigneur. Parce que, comme il a dit : « Tu auras un trésor au ciel » (Mc 10, 21).
Il y a vingt ans en ce même lieu, saint Jean-Paul II a affirmé que le monde a besoin d’“un nouveau type de jeunes ” – engagés dans les plus hauts idéaux, et désireux de bâtir la civilisation de l’amour. Soyez ces jeunes! Ne perdez pas vos idéaux ! Soyez des témoins joyeux de l’amour de Dieu et du magnifique dessein qu’il a pour nous, pour ce pays et pour le monde dans lequel nous vivons. S’il vous plaît, priez pour moi. Que Dieu vous bénisse tous !
22:14 Publié dans Pape, Religion, Respect de la vie humaine | Lien permanent | Commentaires (0)
18/01/2015
Homélie de Mgr Rey : Rien ne doit justifier la violence !
19:04 Publié dans Religion, Respect de la vie humaine | Lien permanent | Commentaires (0)
14/01/2015
L'Enfant Jésus de Prague
La statuette de l’Enfant Jésus en cire, revêtue de tenues brodées par des fidèles en signe d’action de grâce, serait originaire d’Espagne. Apportée à Prague en 1620, elle a été offerte aux Carmélites.
Elle a servi de support à la dévotion envers l’enfance du Christ et a été accompagnée de nombreux faits miraculeux.
Une chapelle conçue pour abriter la statue a été inaugurée le 14 janvier 1644, fête du Saint Nom de Jésus et, malgré quelques silences, la dévotion s’est perpétuée jusqu’à nos jours.
Paul Claudel fut ambassadeur à Prague entre 1909 et 1911. C’est à cette occasion, qu’il écrivit ce très beau poème.
Il neige. Le grand monde est mort sans doute. C’est décembre.
Mais qu’il fait bon, mon Dieu, dans la petite chambre !
La cheminée emplie de charbons rougeoyants
Colore le plafond d’un reflet somnolent,
Et l’on n’entend que l’eau qui bout à petit bruit.
Là-haut sur l’étagère, au-dessus des deux lits,
Sous son globe de verre, couronne en tête,
L’une des mains tenant le monde, l’autre prête
À couvrir ces petits qui se confient à elle,
Tout aimable dans sa grande robe solennelle
Et magnifique sous cet énorme chapeau jaune,
L’Enfant Jésus de Prague règne et trône.
Il est tout seul devant le foyer qui l’éclaire
Comme l’hostie cachée au fond du sanctuaire,
L’Enfant-Dieu jusqu’au jour garde ses petits frères.
Inentendue comme le souffle qui s’exhale,
L’existence éternelle emplit la chambre, égale
À toutes ces pauvres choses innocentes et naïves !
Quand il est avec nous, nul mal ne nous arrive.
On peut dormir, Jésus, notre frère, est ici.
Il est à nous, et toutes ces bonnes choses aussi :
La poupée merveilleuse, et le cheval de bois,
Et le mouton sont là, dans ce coin tous les trois.
Et nous dormons, mais toutes ces bonnes choses sont à nous !
Les rideaux sont tirés… Là-bas, on ne sait où,
Dans la neige et la nuit sonne une espèce d’heure.
L’enfant dans son lit chaud comprend avec bonheur
Qu’il dort et que quelqu’un qui l’aime bien est là,
S’agite un peu, murmure vaguement, sort le bras,
Essaye de se réveiller et ne peut pas.
Paul Claudel.
> Source : Saint François Xavier à Paris
Claudel, P. Ecoute ma Fille. s.l, Gallimard. 1934. 9-10
> Sanctuaire de l'Enfant-Jésus de Prague à Bruxelles
> Sanctuaire de l'Enfant-Jésus de Prague à Horion-Hozémont (Belgique)
Autres poèmes de Paul Claudel publiés sur Espérance Nouvelle :
14:33 Publié dans Culture et société, Liturgie: actualité, Religion | Tags : enfant jésus, prague, paul claudel, littérature française | Lien permanent | Commentaires (0)
10/01/2015
Quand nous agissons, cherchons-nous à répandre l'Amour qui nous fait vivre ?
22:27 Publié dans Pape, Religion | Lien permanent | Commentaires (0)
06/01/2015
6 janvier - Épiphanie : l'encyclique Mortalium Animos
Dans certains pays, la célébration liturgique de l'Épiphanie est déplacée à un dimanche, en vertu d'un indult papal. Il s'agit de permettre aux gens de célébrer la fête dans les cas où ils doivent travailler le 6 janvier si ce jour n'est pas férié. Ainsi, en France et en Belgique, cette fête est célébrée le deuxième dimanche après Noël.
Mortalium Animos est une encyclique du pape Pie XI sur l'unité de l'Église de Jésus-Christ. Donnée le 6 janvier 1928, elle pose un regard critique sur certains aspects du mouvement œcuménique moderne.
Le document dénonce énergiquement le panchristianisme, le faux irénisme, l'indifférentisme et le relativisme. Il est constaté que la majorité des organes œcuméniques accordent une trop faible place à l'Église catholique.
Le principal argument déployé contre les panchrétiens est la mise évidence que ceux-ci rejettent la doctrine de l'unicité de l'Église du Christ. Le caractère unique de l'Église, ainsi que son caractère universel, apostolique et pétrinien est démontré à partir de citations des Évangiles.
L'encyclique s'oppose aussi au piétisme et à l'archéologisme, qui prétendent que l'unité visible de l'Église existait seulement à l'époque des temps apostoliques. Le fédéralisme religieux est réprouvé comme étant essentiellement non catholique.
Le Pape écrit que le véritable sens de la phrase "Que tous soient un" (Jn 17:21) est le retour heureux des brebis égarées dans la barque de Pierre. Il trouve difficilement compréhensible l'idée que les adversaires de la tradition apostolique puissent se coaliser avec les défenseurs de celle-ci.
Selon Pie XI, il n'y a pas de hiérarchie des dogmes comme on pourrait parler de hiérarchie des valeurs, vu que chaque dogme doit exprimer un aspect de la foi révélée. Il cite Lactance et Cyprien de Carthage pour montrer que les Pères de l'Église ont toujours considéré l'Église catholique comme la seule et unique Église.
Dans la conclusion, le Pape fait valoir qu'il souhaite véritablement l'union de tous les chrétiens, mais que cette union doit être conduite par le prince des apôtres, Pierre, comme il est écrit dans l'Évangile.
> Texte intégral de l'encyclique en français sur le site du Vatican
11:30 Publié dans Pape, Religion | Lien permanent | Commentaires (0)
04/01/2015
Chant d'Epiphanie : "Nous sommes trois souverains princes"
1. Nous sommes trois souverains princes de l'Orient
Qui voyageons de nos provinces en Occident,
Pour honorer le Roi des Rois, dans sa naissance,
Et recevoir les douces lois que donne son enfance.
2. Nous voulons rendre nos hommages à sa bonté
Et saluer en pieux Mages Sa Majesté
Nous apportons au Dieu de paix nos diadèmes
Et nous offrons de nos sujets les coeurs et les biens mêmes.
3. Ah ! Faites nous un peu de place, nos chers amis,
Présentez nous au Roi, de grâce, s'il est permis,
Nous arrivons d'un cœur content de l'Arabie,
Pour voir le Fils du Tout-Puissant, et l'auteur de la vie.
4. Nous avons dans des cassolettes quelques présents
D'aromates les plus parfaites, d'or et d'encens.
Agréez, Seigneur, ce trésor et nos hommages,
En recevant la myrrhe et l'or, bénissez les trois Mages.
François-Auguste Gevaert
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03/01/2015
Chant joyeux de Noël
Le petit Jésus,
Sauveur adorable,
La nuit de Noël,
Naquit dans l'étable;
Des bergers vinrent bientôt
L'adorer dans son berceau,
Et l'on vit trois mages
Offrir pour hommages
La myrrhe, l'or et l'encens,
Ah! quels beaux présents!
Car Jésus, à leurs yeux,
Est vraiment le roi des cieux!
Les chœurs angéliques
Ont chanté Noël!
Mêlons nos cantiques
Aux accents du ciel!
Noël! Noël! Noël!
Chantons tous Noël!
Noël! Noël!
Chantons tous Noël!
Le Dieu tout aimable
Est né dans l'étable.
Gracieux et beau,
Gracieux et beau!
Sur la paille humide,
Charmant et candide
Comme un doux agneau,
Comme un doux agneau.
Le petit Jésus disait le rosaire,
Penché sur le cœur de sa tendre mère;
C'est lui qui fit le Pater,
Le divin Pater noster,
Et sa voix bénie,
Saluant Marie,
Disait: Ave Maria,
Et puis Gloria.
Il faut donc chaque jour,
Imiter ce Dieu d'amour.
Les chœurs angéliques
Ont chanté Noël!
Mêlons nos cantiques
Aux accents du ciel!
Noël! Noël! Noël!
Chantons tous Noël!
Noël! Noël!
Chantons tous Noël!
Allons, ma pauvre âme,
Que l'amour t'enflamme,
Et ne pleure plus,
Et ne pleure plus!
Marie est ta mère,
Et ton nouveau père
S'appelle Jésus,
S'appelle Jésus.
Les chœurs angéliques
Ont chanté Noël!
Mêlons nos cantiques
Aux accents du ciel!
Noël! Noël! Noël!
Chantons tous Noël!
Noël! Noël!
Chantons tous Noël!
François-Auguste Gevaert
18:12 Publié dans Musique, Religion | Tags : cantique de noël, noël, nativité, françois-auguste gevaert | Lien permanent | Commentaires (0)
30/12/2014
Indulgences plénières pour le 31 décembre et le 1 janvier
22:21 Publié dans Religion | Lien permanent | Commentaires (0)